Vsevolod Ėmil’evič Mejerchol’d
1918. Lezioni di teatro
Nel momento in cui i bolscevichi prendono il potere, Mejerchol’d è in teatro con un suo spettacolo proprio sulla scena imperiale dell’Aleksandrinskij.
In teatro ci rimane, sostenendo la rivoluzione, a differenza di tanti suoi colleghi artisti che non riescono ad accettare la situazione o di attori che, anche lavorando con lui, si rivelano inadatti.
Il nuovo scenario politico richiede ormai un altro teatro: testi di azione più che di parole, uso della pantomima, spettacoli di piazza, ricorso a precise convenzioni e non al verismo.
Questi gli ordini di un regista che si fa autore dello spettacolo.
Ed è quello che in una serie di lezioni rapide e pratiche, qui riprese dai resoconti stenografici di alcuni allievi, con un affascinante e accorato discorso a tutto campo, il maestro insegna a gruppi di giovani aspiranti attori per prepararsi al meglio alle scene.
Vsevolod Ėmil’evič Mejerchol’d
Nato nel 1874 a Penza, esordisce come attore nella compagnia del Teatro d’Arte di Mosca.
Nel 1905, al Teatro D’Arte di Stanislavskij, organizza una nuova compagnia: nasce così l’importante periodo del Teatro Studio di Mosca.
Lavora poi stabilmente a Pietroburgo, fino allo scoppio della rivoluzione bolscevica.
A partire dal 1920, rivisita in chiave rivoluzionaria classici del teatro russo.
Negli anni Trenta, viene accusato di tendenze contrarie al realismo socialista e i suoi spettacoli vengono vietati.
Tacciato di estraneità e ostilità alla società sovietica, nel 1940 viene giustiziato tramite fucilazione.
Fausto Malcovati
È docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Milano, traduttore e critico teatrale, e uno dei massimi esperti di teatro e cultura russa.
Oltre ad aver tradotto tutto il teatro di Čechov e ad aver lavorato sugli scritti teorici dei principali maestri della regia, quali Stanislavskij, Mejerchol’d e Vachtangov, si è occupato di simbolismo russo, in particolare nelle opere di Vjaceslav Ivanov e di Valerij Brjusov, e della narrativa russa della seconda metà dell’Ottocento, con monografie e saggi dedicati a Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj.
Nel 2016 vince il premio Ubu per il valore della sua ricerca.